Perché facciamo Arte

 

Festival della Mente

Relatore Vittorio Gallese

 

appunti:

Valenza estetica intrinseca dell’Immagine d’arte.

Simulazione incarnata,

Il contenuto di un’immagine stimola nel nostro cervello un’inconsapevole simulazione motoria del gesto artistico impiegato dal creatore per realizzare l’opera d’arte.

Un’immagine ha il potere di stimolare  in noi l’empatia inconsapevole con conseguente rispecchiamento motorio ed emotivo. Ci trasferiamo nell’oggetto, avviene una trasposizione, una compartecipazione, una imitazione o simulazione “incarnata”.

L’arte deve avere anche la capacità di stimolare la nostra immaginazione tattile, un eco nel nostro corpo.

In ogni immagine, anche statica, c’é una dimensione temporale che il nostro cervello ricrea anche osservando un oggetto immobile. (dinamica delle immagini, Boccioni, Balla)

L’arte deve avere la capacità di rendere visibile a tutti le forze invisibili ad occhio nudo, attivando i circuiti dei “neuroni specchio”.

Quando osservo un’opera d’arte si attivano in me quei neuroni che userei per “afferrare” l’oggetto verso il quale l’occhio dell’attore si dirige nel dipinto.

Ogni soggetto ha un grado diverso di empatia, questo spiega come mai abbiamo reazioni così diverse davanti alla medesima immagine o scena. L’empatia si coltiva con la cultura.

Vedendo un segno grafico, o una pennellata, in un’opera si attivano nell’osservatore le aree motorie del cervello che esso userebbe per tracciare quei medesimi segni.

Rilevanza emozionale del colore.

L’artista è colui che arresta e rende accessibile ai più umani tra gli umani lo spettacolo al quale inconsapevolmente partecipa.

Differenza tra visione prosaica e visione artistica.

 

 

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