“Io vi insegno il superuomo; l’uomo è qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo?” |
Friedrich Nietzsche,
Così parlò Zarathustra
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Natura pre-umana o post-umana, incontaminata dalla mano dell’uomo è ciò che simboleggio nella mia opera recente del ciclo “Chlorophill”, in esse critico questa società disumana, insostenibile e violenta. Abbandonare i nostri comportamenti distruttivi. Sostituire l’attuale umanità con un nuovo genere di uomo in grado di sviluppare al massimo la consapevolezza e l’autocoscienza. Un uomo nuovo capace di vivere su questo pianeta senza lasciare tracce indelebili del suo passaggio. Dobbiamo modificare il nostro modo di lavorare, produrre, fare politica, abitare, muoverci e alimentarci. Proprio dall’alimentazione dobbiamo iniziare questa rivoluzione verde pacifica che ci condurrà ad un diverso modo di vivere; il “transumanesimo”. L’uomo transumano avrà una vita lunga e sana, abbraccerà la filosofia della “non-violenza”, rispetterà la Natura, la proteggerà da ogni attacco, rispetterà gli altri animali come fratelli. Svilupperà abilità super-umane o post-umane. Trascenderà l’umano tenendo in considerazione dove ci ha portato sinora il mostro modello di vita (competizione, emigrazione, terrorismo, crisi economica, fame, inquinamento, distruzione dell’ambiente). Il mito di Icaro ci minaccia ancora ricordandoci il monito che l’uomo non può avvicinarsi troppo al sole (Dio) non può fabbricarsi delle ali (tecnologia) pena la morte sicura. Ci dice che gli uomini debbono accettare i propri limiti. Ma quali sono i nostri limiti? Perché non dovremmo provare a sconfiggere la malattia e la morte? Perché dovremmo rinunciare ad essere “sani” per tutta la nostra esistenza? Perché non dovremmo prevedere un futuro postumo e organizzare la nostra vita di conseguenza? Perché non dovremmo sviluppare una nuova Arte e una nuova Filosofia, un auto-trascendenza sostenuta da un ottimismo dinamico e da una tecnologia intelligente rispettosa della Natura, inserite in un ordine spontaneo.
Sviluppare un “estropia” (visione del futuro) legata fortemente al pensiero razionale, all’ottimismo pratico e a una società aperta che tenga conto del fatto che siamo cittadini dell’Universo. Dobbiamo sviluppare interesse per nuove direzioni del pensiero guidate da: intelligenza, informazione, energia, vita, esperienza, diversità, opportunità e crescita.
Dovremmo accettare la non esistenza di un creatore divino, per ergerci noi stessi a creatori. Ancora troppi intelletuali, nonostante si dichiarino a favore della ragione, della scienza e della tecnologia e nonostante siano dichiaratamente contrari ai dogmi dalla religione, temono ancora le proprie tendenze prometeiche che li spingono a sfidare gli dei.
mi piace soprattutto il punto in cui dici : “Un uomo nuovo capace di vivere su questo pianeta senza lasciare tracce indelebili del suo passaggio”. come noi a coatesa, dove però abbiamo migliorato i terrazzamenti , frutto del necessario lavoro di secoli per rendere le rive abitabili. buona ricerca pittorica ed esistenziale
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